La menopausa: il tempo dell’abbondanza e della maternità universale

Nella tradizione Tolteca del Messico non si usa il termine menopausa per indicare la sospensione del ciclo mestruale delle donne, ma il tempo dell’abbondanza, della maternità universale, delle responsabilità delle nuove generazioni. E’ inoltre chiamato il tempo della luna d’argento. Un tempo di grande riconoscimento della persona.
Nella società occidentale le donne che entrano nel fase della menopausa riportano a volte uno stato di confusione. Molti sono i malesseri che mettono a prova il corpo fisico: senso di smarrimento, capogiri, nervosismo, sudorazioni eccessive, nausee, mal di testa e notti insonne. Insieme a questo stato di percezione, il riflesso del mondo circostante, le credenze sociali, la pubblicità, la cultura che respiriamo, sembrano confezionare per le donne un’epoca di non ritorno.
Il termine menopausa, dal greco menos, mese e pausis, cessazione, porta immediatamente con sé un elemento deprivativo, una mancanza di “qualcosa” che risuona come sottrazione di possibilità ed è questa l’ottica con cui viene letto comunemente, nella nostra società, questo momento della vita, come la fine della giovinezza e della “fertilità” fisica e in ragione di questo se ne presuppone anche la fine creativa.
Spesso, durante la menopausa, la vista si modifica: le cose lontane si vedono più nitidamente e quelle vicine meno. Simbolicamente, è come se questa nuova fase permettesse di “vedere più lontano” allargando gli orizzonti. L’elemento procreativo si sposta, in questa visione, da una dimensione esterna ad una interna: il figlio, in questa fase, è quello interiore.
Proviamo insieme a prendere coscienza e accettare questa nuova fase della vita e attraversarla come una possibilità di vedere oltre.